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I viaggiatori della (tarda) sera

  • Immagine del redattore: Danny
    Danny
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 1 min


Per introdurre questo film di Ugo Tognazzi del 1979 vorrei evidenziare prima di tutto questa citazione nella "celeberrima" trasmissione del "nostro" Fabio Fazio.


Pare ovvio che non ci fermeremo qui.


La pellicola intanto traspone in celluloide l'opera letteraria di Umberto Simonetta del 1976.

In questo video faziano, con la dovuta superficialità necessaria, nemmeno lo si cita. Che non sia mai che si dia qualche indicazione di allargare qualunque orizzonte culturale. NON SIA MAI!


Ma veniamo al film:

Un'opera che oggi definiremmo distopica, ambientata in una società irreale a poche decine di anni in avanti rispetto al tempo in cui è stata ideata, almeno secondo quanto ho pensato io, in cui è stata fissata per legge l'età in cui la vita attiva del genere umano si deve fermare e non avere più altro futuro: 50 anni.

Non nascondo che ho visto questo film già oltre 10 anni fa, ma non ne avevo colto l'imperscrutabile analogia con quanto si sarebbe da li a poco vissuto.


E la domanda da questa visione sgorga quasi come naturale fonte: che differenza vi è tra terminare lavoro e vita a 50 anni o prolungare la necessità lavorativa fino a quando non si giunge a morte naturale ?


la risposta è semplice, diretta ed inequivocabile: NESSUNA.


vediamo il film , che è meglio, così ognuno si potrà fare la propria idea, aldià di quel che è la mia personale opinione in merito:




 
 
 

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