un 1° Novembre di 50'anni fa
- Danny

- 4 giorni fa
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Questa, direbbe Lucarelli, è una brutta storia di una fredda sera d'autunno di cinquanta anni fa al lido di Ostia...
Ma questa non è la storia raccontata da questo scrittore, gigante del giornalismo investigativo e del noir, perché di noir in questa storia c'è ben poco.
Qui si parla di qualcosa che ha origini più lontane, nel profondo della storia di questa nostra penisola fino ad addentrarsi nel nostro medioevo, nelle parole del nostro Sommo Poeta:
“Ahi Serva Italia, di dolore ostello…
”Dante la invocava così, e secoli dopo proprio Pasolini, il tetro protagonista di questo giorno di 50 anni fa, ne avrebbe riscritto l’eco con rabbia e disperazione. Anche lui vedeva un Paese inginocchiato, svenduto, ipocrita: una nazione che aveva cambiato tutto per non cambiare niente.
Nel romanzo "Serva Italia", io ho cercato di narrare la sua fine come il punto d’arrivo di una lunga persecuzione morale e politica. Non un delitto di strada, non una lite degenerata. Ma un omicidio di Stato, o perlomeno di Sistema, dove si intrecciano poteri oscuri, petrolio, servizi segreti, la P2 e il suo “Troya” — quell’Eugenio Cefis di cui Pasolini stava cercando un senso nell'opera che stava scrivendo che avrebbe trovato la luce quasi 20 anni dopo con il nome di "Petrolio".
Scrivo infatti di quella notte all’Idroscalo non come di un semplice episodio di cronaca nera come ne avrebbe potuto narrare uno scrittore di gialli, ma come di una pagina strappata alla coscienza civile del Paese. Un intellettuale che cercava la verità su Mattei, sul potere economico, sulla corruzione morale dell’Italia proprio in quegli anni dove il boom economico che si viveva rendeva quasi invisibile il magma sotterraneo che si muoveva poco sotto all'apparente fulgore del tenore di vita in crescita che si stava esperienziando in quei 2 ultimi decenni. Pasolini non aveva paura di essere il poeta che denunciava la mutazione antropologica dell'uomo "consumante" prima ancora che perfino la politica diventasse essa stessa consumo e spettacolo.
Pasolini aveva visto la servitù involontaria degli italiani: al consumo, ai media, ovvero a nuovi padroni invisibili. E proprio per questo suo guardare avanti doveva essere fatto tacere. Ancora oggi, sempre immersi in quella stessa “Serva Italia”, il suo corpo massacrato e martoriato ritrovato all'alba del 2 Novembre di 10 lustri or sono continua a interrogarci:
chi davvero aveva paura della sua verità?

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