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D: Partiamo proprio dal titolo, come mai “Attraverso” Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume e quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

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R:

Credo di poter rispondere ad entrambe le domande facendo una piccola cronistoria degli avvenimenti che mi hanno portato ad intitolare così l’opera.

 

Intanto è nata prima la copertina del libro.

 

Il curioso scatto del 2015 che ne fa da copertina, infatti, mi ha “tormentato” per anni per riuscire a capirne il senso e perché fosse uscito così strano e stravagante, in una tiepida mattina di quasi 10 anni fa, sul bagnasciuga di una delle spiagge più note della riviera del Ponente ligure.

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Ed è stata la foto che mi ha inseguito e spronato a trovarne un senso, forzandomi a pensare "oltre" anche a quell' "oltre dentro" che è stato parte del terzo momento di "Profondo Nero", la mia precedente opera, al tempo appena pubblicata.

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Poi mi capitò un'episodio di per sé insignificante mentre percorrevo una rotonda con l'auto  mentre, come mio solito, ero a zonzo nell'intorno del mio paese adottivo. 

Involontariamente con lo specchietto dell'auto incoccio il gomito di un signore che stava attraversando a piedi una rotonda trafficata in uno dei tanti paesi dell'Interland torinese.

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Mi fermo per capire cosa fosse successo e già mi aspettavo problemi, avvocati, assicurazioni, grane a non finire e invece... 

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Semplicemente mi trovo a fianco di un anziano che forse aveva solo smarrito la via di casa e vagava per il paese tanto da essere finito per attraversare una rotonda trafficata senza capire bene dove fosse finito.

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Mi fermo. Pianto la macchina in mezzo alla rotonda, anche ancora preoccupato di non avergli fatto nulla in primis e poi anche di non averne conseguenze e lui senza dire nulla, e senza dimostrare alcun tipo di astio, si è lasciato aiutare, facendosi accompagnare al sicuro sul marciapiede, dopo aver fermato a mano il traffico di chi continuava imperterrito ed incurante a correre per la cittadella. Come se per un attimo il moto di un universo sbagliato si fosse fermato squarciandosi per permettergli di raggiungere in tranquillità un punto più sicuro per proseguire la propria via. 

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Nel curioso gioco all'inverso della storia di questo libro, prima dell'accadimento narrato, avevo già composto "intensa emozione" dove l'attraverso si era già manifestato come entità quasi di per sé concreta come se fosse davvero diventata essa stessa materia invece che mera differenza di potenziale, ossia movimento, energia. 

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La trascendenza di quest'uomo che in un istante è diventato ai miei occhi tanti, o forse tutti gli uomini o l'umanità stessa che ha perso la via e che rappresenta nel contempo passato presente e futuro mi ha imbrigliato e indicato in via definitiva che come la fisica quantistica ci cerca di sussurrare da decenni, ovvero che, la materia, davvero non esiste e che tutto è energia e trasformazione. Chissà che noi non ne siamo in un certo senso solo un semplice Attraverso....

 

A dire il vero non so se ho risposto, ma questa è la storia che ha portato a rinchiudere quanto scritto in questo titolo.

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D:  La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

 

R:

Mi permetta di osare un concetto definibile extra temporale. Ma siamo così davvero sicuri che il tempo esista? Almeno nell’accezione tradizionale del termine e del significato che abbiamo imparato a dargli ?

Se la risposta fosse no, non vi sarebbe oblio ma nemmeno necessità di persistenza …

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D: A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Attraverso” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

 

R:

A dire il vero non sa quanto apprezzo il fatto che definisca l’esperienza che mi ha portato a “partorire” Attraverso come esperienza formativa.

Il nostro viaggio terreno (e non) è comunque sempre un viaggio, un attraverso, un attraversare, e ad ogni passo del cammino, ci può potenzialmente insegnare qualcosa. Così ogni attimo di questi anni che mi ha ispirato uno scarabocchio di penna da inserire dentro questo libro, è l’episodio imprescindibile che lei sta menzionando.

 

 

D: Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

 

R:

Posso dire di essere stato folgorato sin da piccolo dalla poesia. Tanti sono stati i miei autori, che definisco miei perché nella mia gioventù sono stati determinanti per la mia crescita per rendermi quello che sono stato oggi e negli anni, che ho attraversato…

 

 

D: Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

 

R:
Adoro il cinema, l’arte contemporanea per eccellenza, preferisco i film degli anni in bianco e nero e citarne qualcuno che ha influenzato la mia opera mi  è difficile. Kubrik? …………

 

 

D:  Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

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R: 

Leggo ma non tantissimo e mi cospargo il capo di cenere… ho i miei capisaldi prevalentemente nel genere romanzo distopico, ma davvero ci vuole tempo….

 

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D: Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

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R:

Il cuore dice carta, però il mondo nuovo ci porta al digitale. Altro non saprei dire in proposito. Solo penso che chi si definisce paladino dell’ecologia non dovrebbe abbattere alberi per stampare libri… io sono tranquillo perché la poesia è così poco diffusa che neanche in 10 vite con le mie opere potrei causare un problema al pianeta. E poi se invece di usare la cellulosa delle piante per stampare libri di carta, si usasse la canapa come si faceva nell’antichità forse nemmeno sarebbe più un problema ecologico l’utilizzo del libro stampato, ma questa è un’altra storia…

 

 

D: Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

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R:

La scrittura è stata essa stessa un vero e proprio attraversare la realtà, stati d’animo, il vuoto della solitudine, il nulla della parola, il trasverso passaggio da una società libera ad una in perenne stato servile.

 

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D: Un motivo per cui lei comprerebbe “Attraverso” se non lo avesse scritto.

 

R:

Per il titolo , assolutamente… intrigante, semplice e poetico …

 

 

D: Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

 

R: 

Sì. Sto lavorando ad altre opere , una è già completa, e un’altra è “in progress”, come si suol dire, è un romanzo che definirei ‘pseudo’ distopico che non so ancora quando riuscirò a completare. La mia difficoltà nasce dal fatto che si tratta di un’opera in prosa e lì non sono di sicuro nella mia area di comfort.

Poi ci sarà un’altra opera poetica futura, ma di cui oggi non vi è ancora nulla … se non solo un’idea di titolo possibile.

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