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Intervista per #ServaItalia

  • Immagine del redattore: Danny
    Danny
  • 5 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 10 set



Il 5 settembre alle ore 21:00 in diretta TV sul canale 262 del Digitale Terrestre di ByoBlu e https://www.byoblu.com/diretta-tv è andata in onda la prima iintervista su #ServaItalia.


Ora è disponibile sia in streaming su Byoblu ed anche sul canale Youtube di Media Pluralisti Europei



Transcript di sintesi:


Intervista a Danilo Cagno – Serva Italia

A cura di Virginia Camerieri, Direttore Responsabile del canale televisivo Byoblu


D: Benvenuto Danilo. Oggi parliamo del tuo nuovo libro Serva Italia. Il titolo richiama direttamente Dante. Perché questa scelta?

R: Cercavo un titolo d’effetto. Mi sono imbattuto nelle terzine di Dante del Purgatorio (“Ahi serva Italia di dolore ostello...”) e ho capito che era perfetto: sembrava la fotocopia di ciò che stavo scrivendo. Così il libro è diventato Serva Italia.


D: Quando hai iniziato a scriverlo?

R: Nel 2020, durante il lockdown. La scrittura è stata un modo per proiettarmi nel futuro e raccontare sessant’anni di storia italiana: misteri, depistaggi, verità negate, dai casi Mattei, Pasolini e Moro fino a Tangentopoli e alla pandemia.


D: Tu lavori nell’informatica. Come si concilia con la scrittura?

R: Sì, lavoro da trent’anni nell’Information Technology. È un mestiere scientifico e razionale. La scrittura è invece il lato creativo e irrazionale che ho espresso prima in poesia, ed ora anche in prosa nel romanzo appena pubblicato.


D: Serva Italia trasmette l’idea di un Paese schiavo di poteri esterni. È così?

R: Purtroppo sì. Non siamo un Paese sovrano e probabilmente non lo siamo mai stati, come scriveva già Dante quando l’Italia non era nemmeno ancora una nazione. Avere coscienza di questo attraverso lo studio della nostra storia è fondamentale.


D: C’è un episodio che consideri emblematico di questa “sudditanza”?

R: Il “non caso Moro”, lo chiamo così , citando il docufilm di Tommaso Minniti andato in onda proprio qui su ByoBlu  è il nostro JFK italiano, forse anche peggiore per come si svolsero i 55 giorni di prigionia. Era chiaro che ci fosse una regia dietro. Da bambino non capivo come le Brigate Rosse, comuniste, potessero uccidere l’uomo che voleva aprire ai comunisti. Quel dubbio mi è rimasto dentro e negli anni è diventato parte del racconto in “Serva Italia


D: Nel libro c’è la figura di un “maestro giornalista”. Quanto c’è di autobiografico?

R: Il romanzo è scritto in prima persona ma non sono io il protagonista. Il maestro non è riconducibile ad una figura reale ma rappresenta  la summa di tutti i miei maestri di vita, di lavoro e di studio.


D: Tra i casi trattati emerge anche quello di Pasolini. Oggi si potrebbe arrivare alla verità sulla sua morte?

R: Con le tecniche di indagine che ci sono oggi probabilmente sì, ma dopo cinquant’anni sarebbe complicato applicarle visto che quasi tutti i protagonisti non ci sono più. Nel romanzo ho provato a dare una spiegazione che tende alla verità su questo caso almeno sugli esecutori materiali. Per i mandanti invece si possono solo fare delle supposizioni.


D: Vedi un filo conduttore tra gli anni delle stragi, Tangentopoli e la gestione della pandemia?R: Non c’è un legame diretto, ma la modalità di gestione è simile: media che amplificano, creano fumo negli occhi e impediscono di vedere la verità dietro i fatti.


D: Quale intellettuale senti più vicino tra quelli che citi nel libro?

R: Sicuramente Pasolini, che capì prima di tutti che la società dei consumi era peggiore del peggiore fascismo. Poi c’è Gaber, non citato nel libro ma per me è e resta un maestro: critico, dubbioso, sempre in anticipo sui tempi.


D: Hai paragonato Moro a JFK. In che senso?

R: Entrambi pagarono con la vita il tentativo di sganciarsi dal potere delle banche centrali: Kennedy dalla Federal Reserve, Moro con l’idea delle 500 lire come titoli di Stato.


D: Cosa vuoi trasmettere al lettore?

R: Instillare il dubbio. Far riflettere su eventi passati e su come ci vengono raccontati oggi. Il dubbio non ha mai fatto male a nessuno: è la base della ricerca della verità.


D: Progetti futuri?

R: Ho pronto un saggio su Gaber e altri libri di poesia. Un seguito di Serva Italia è possibile: in Italia i misteri su cui indagare non mancano davvero.


D: Com’è nato il tuo rapporto con Byoblu?

R: Vi seguo dai tempi della pandemia. Ho trovato un’informazione libera e senza remore. Per questo ho scelto di diventare socio: credo che deve essere sostenuto chi fa giornalismo indipendente che è come l’aria, e senz’aria non si può respirare…


D: Dove possiamo trovare il libro?

R: Per acquistare il libro, basta andare sul mio sito al link https://www.danilocagno.com/serva-italia e si trovano tutte le indicazioni per comprare l’opera.



 
 
 

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