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Arrivano i book checkers!

  • Immagine del redattore: Danny
    Danny
  • 12 nov
  • Tempo di lettura: 2 min


Nell'ascoltare questo reel del sempre acuto Matteo Gracis, come potevo non restare con la curiosità nel sapere che...


ecco ascoltatelo tutto e poi tornate a questo punto del post ... ;-) e capirete successivamente perchè ...




Vista la domanda finale su 1984, "indovinate che prefazione ci sarà alla nuova edizione celebrativa del romanzo 1984..." mi sono avventurato in cerca di risposta, definitivamente incuriosito dalla domanda e, tra le varie cose che ho trovato, eccone una pubblicata sul Foglio qualche tempo fa:


Tutti (o quasi) conosciamo questo romanzo scritto nel 1949 dallo scrittore inglese George Orwell, pubblicato postumo nel 1950 dove l'autore descriveva un mondo futuro e futuribile , condizionato sia dai regimi dittatoriali presenti e da quelli appena passati, ma con un occhio anche molto attento alle democrazie in essere al tempo prevedendone le derive mass-mediatiche dei decenni successivi.

Un vero "cult" come si soleva dire fino a qualche tempo fa, trasposto in pellicola ben 2 volte:

La prima nel 1954 con il titolo di "1984: Nel 2000 non sorge il sole" . Per i pigri visivi eccolo qui:


E l'altro, uscito proprio nell'anno domini 1984, "Nineteen Eighty-Four”, con John Hurt e Richard Burton, diretto da Michael Rudford (peraltro lo stesso regista de "il Postino" ultimo film di Massimo Troisi).


Dopo la digressione di carta e cellulosa, torniamo ahimè al presente ben descritto nel "Foglio" sulla versione 2025 dell'opera orwelliana, (senza dimenticare che proprio il termine "orwelliano" stesso è diventato parte del lessico quotidiano, il più delle volte usato per menzionare situazioni in cui si assimilano comportamenti umani a quelli presenti appunto in qualche genere di totalitarismo).

La nuova edizione sarà introdotta da una autorevole autrice, americana, di colore, che invece di sottolineare i drammatici temi di cui Orwell era giustamente preoccupato al tempo, si limita a sottolineare che nell'opera non sono trattati temi relativi alla sua razza di appartenenza. Come dire che in una partita di calcio non si recita il Padre nostro...


Ecco quindi che, per cercare di arginare un fenomeno mondiale in cui si è eletto (anche secondo me eccessivamente) il libro di Orwell a bibbia del mondo distopico che ormai stiamo già vivendo, lo si tenti di annacquare di ideologie WokE come se con questo si potesse pensare di neutralizzare tutti quelli che di questo libro hanno fatto già il proprio vangelo distopico.

Ebbene oltre a far pensare che questo approccio è esattamente un approccio tipico dei regimi totalitari, e questo senza se e senza ma, questo è e resta un goffo e sgraziato tentativo di distogliere l'attenzione del pubblico, della massa, dai contenuti del libro o perlomeno da ciò che l'autore ebbe l'intenzione di portarci in evidenza.


E visto che si parla di libri, citerei un'altra opera che parla di censura in maniera diretta e drammatica proprio dei libri, ossia "Fahreneit 451" di Ray Bradbury, in cui ogni genere di scrittura era proibito e i libri dovevano essere bruciati , proprio alla temperatura di 451 gradi Fahreneit.


Con questo esempio di ri-edizione del libro di Orwell ora sappiamo che i libri si cerca di bruciarli anche senza metterli al rogo...


POST AI - free

 
 
 

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