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Immagine del redattoreDanny

Le cose che pensano

Aggiornamento: 7 ott

Detto questo, dal titolo forse non si evince bene di cosa si sta parlando, se non per gli stretti appassionati.

Ebbene... stiamo parlando delle prime parole composte e musicate insieme da Lucio Battisti e Pasquale Panella nell'album ormai storico "Don Giovanni" che risale alla metà degli anni '80. 

Un calcio nei denti al Battisti noto sino ad allora e che tutti adoravano mentre questo è diventato una sorta di musica elitaria e dedicata a pochi letterati ermetici. 

Beh non è proprio così... questi testi non li capiscono nemmeno i letterati ermetici, ma la decifrazione (decrypting per usare un termine molto attuale) è riservato a quei pochi che si possono avvalere della chiave di decifratura, un po' come avviene nei messaggi cifrati che per essere decifrati occorre ricevere la chiave, chiamiamola, di lettura. 

Intanto leggiamo o proviamo a leggere il testo: 


In nessun luogo andai 

Per niente ti pensai 

E nulla ti mandai 

Per mio ricordo 

Sul bordo m'affacciai 

D'abissi belli assai 


Su un dolce tedio a sdraio 

Amore, ti ignorai

E invece costeggiai Il lungomai 


M'estasiai 


Ti spensierai 

M'estasiai 

E si spostò 

La tua testa estranea 

Che rotolò 

Cadere la guardai 

Riflessa tra ghiacciai 

Sessanta volte che 

Cacciava fuori 

La lingua e t'abbracciai 

Di sangue m'inguaiai 

Tu quindi come stai? 

Se è lecito, che fai 

In quell'attualità

Che pare vera? 


Come stai, 

Ti smemorai 

Ti stemperai 

E come sta 

La straniera? 

Lei come sta? 

Son le cose 

Che pensano ed hanno di te 

Sentimento 

Esse t'amano e non io 

Come assente rimpiangono te 

Son le cose, prolungano te 

La vista l'angolai 

Di modo che tu mai 

Entrassi col viavai 

Di quando sei 

Dolcezza e liturgia 

Orgetta e leccornia 

La prima volta che 

Ti vidi non guardai 

Da allora non t'amai 

Tu come stai? (come stai?) 


Rimpiangono te 

Son le cose, prolungano te 

Certe cose


Potessimo materializzare questa chiave, potrebbe essere visualizzata con la parola "disamore" o "non amore" , ma qui non siamo in un algoritmo e quindi non è precisa questa chiave ma siamo in un cosiddetto range di chiavi e in un range di interpretazioni come sempre quando si parla di parole che possono averne migliaia se non milioni, considerandone le loro potenzialmente infinite combinazioni. 

Bando alle ciance, si parte negando tutto ciò che è storia d'amore, in nessun luogo andai/ per niente ti pensai (ricordando io lavoro e penso a te... e il non poter non pensare a te della classica canzonetta d'amore) / nulla ti mandai / per mio ricordo (NON mi ritorni in mente).

Nella prima frase d'esordio Panella ha cancellato, complice Battisti , tutti i cliché , i luoghi comuni che hanno caratterizzato la canzone d'amore degli ultimi precedenti 50 anni, citando proprio ciò che aveva reso Battisti insieme a Mogol il più grande della canzone non impegnata di quegli anni. 

Ma chi mi ha dato questa chiave di decifratura che mi ha aperto gli occhi e messo in grado di comprendere questi testi così ermetici? 

un libro che avrei voluto già leggere ai tempi di questi album di Battisti dell'autore #AlexandreCiarla che nel saggio #daDonGiovanniaHegel ci fornisce queste ed altre chiavi di lettura e rilettura di questi testi che ricordiamo un po' tutti ma che pochissimi hanno saputo comprendere alla prima.

Poi si passa a un nuovo standard del duo ovvero le metafore marine ... 

Sul bordo m'affacciai D'abissi belli assai Su un dolce tedio a sdraio Amore, ti ignorai

E invece costeggiai Il lungomai


parafrasi del lungo mare, nel mai contrario della costante usuale retorica del sempre delle smielate storie servite fino ad allora per la canzonetta italica. 

 ti spensierai : si nega il pensiero di te , si nega ancora "e penso a te" e la tua testa estranea , che rotolò... ciao! l'amata perde pure la testa finendo quasi in una sorta di un MUSICAL horror, invece che il classico perdere la testa per l'amata del classico poetare

cadere la guardai... infatti e si dimena come davvero in un horror e l'autore abbraccia l'ascoltatrice che vedendo questa scena orribile l'autore si preoccupa sul come stai, che fai, nella sua attualità che (pare) è vera.

E poi la straniera, che a me ricorda la luce dell'est come sta, come se lui non l'avesse mai conosciuta, perché  creata da altro autore ...  

 e poi si torna all'essenza del concetto delle "cose" che pensano e hanno di te sentimento , esse t'amano e non io (cioè il cantante e l'autore) come assente rimpiangono te ... e soprattutto sono le cose che prolungano te ... ed esse t'amano (l'ascoltatrice) e non io...

l'indice estremo dell'apogeo della mercificazione della canzone è quello che il duo del non cantante e non autore vogliono estremizzare  in questa canzonetta non più leggera...

e comunque mentre la canzone commerciale allieta come un gesto liturgico ed usuale l'ascoltatrice, dolcezza e liturgia/ orgetta e leccornia... il cantante e l'autore si defilano in un angolo , la vista l'angolai /di modo che tu mai/ entrassi  col viavai / di quando sei 

quindi ricapitolando : 

la canzone è di DISamore, è una merce, una cosa , che pensa  (e fa pensare) , si parla nella canzone dell'ascoltatrice (e solo di lei, non dell'ascoltatore) 

loro (il cantante e l'ascoltatrice) si incontrano solo nel tempo in cui il brano si ascolta e si prolunga nel rimpianto a fine pezzo e che prolunga te ... ma solo certe cose (certe canzoni) ... 

In effetti sono quasi 40 anni che continuo a pensare a cosa volesse dire questo pezzo... direi che si è prolungato abbastanza...




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Nota sul video:

tra i tanti è quello che più rende , ha un non so che di introspettivo e proiettivo; in un qualche modo mi ricorda anche Lynch . Tutto torna.  



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