
SERVA ITALIA

SERVA ITALIa
Ahi Serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!
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Il Sommo Poeta Dante definì già nel 1200 la nostra povera Patria, “Serva", quando ancora era ben lontana dall’essere considerata la nazione che è diventata da quasi due secoli a questa parte.
Già nelle terzine del VI Canto del Purgatorio della Divina Commedia infatti il Poeta fiorentino ci mostrava come il nostro paese fosse divenuto un pavido e debole territorio, diviso in mille rivoli di poteri e servo di mille padroni, senza ormai più una sua valenza concreta di indipendenza e sussistenza.
E come Dante la cantò nel lontano secolo XIII, dal XXI ed attuale secolo si manifesta il racconto di un cantore moderno, che si suol dir giornalista, che attraversa gli ultimi decenni a braccetto con il suo illustre Maestro di vita e di penna, giornalista anch’egli, che lo ispira e coadiuva nell’arduo percorso di scoperta dei più biechi momenti vissuti nella storia recente del nostro cosiddetto“bel paese”.
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Ci siamo!
Il momento tanto atteso, almeno da me, è arrivato!
La mia prima opera in prosa è disponibile su tutte le piattaforme di publishing principali.
E' un opera che ha avuto un percorso decisamente travagliato, in cui i temi di attualità e della storia recente della nostra Patria, già trattati peraltro nelle sillogi precedenti in alcune estemporanee poesie, ma in misura molto marginale, diventano il filo conduttore di questo che, ideato come saggio è via via divenuto un vero e proprio romanzo. Iniziato a scrivere nel cuore della pandemia, questo romanzo è frutto della mia caparbia ostinazione nel volere a tutti i costi intrecciare le mie personali indagini sulla storia recente dell’Italia con quella di due personaggi di fantasia, in cui si possono trovare tracce di personaggi esistiti (od esistenti) se non a tratti addirittura anche qualche spunto autobiografico. Mi ha dato una mano enorme la chiusura monastica del lockdown, grazie alla quale iniziai a buttare giù le prime righe dell’opera, partendo per l'appunto dal narrare la situazione stessa che stavamo vivendo. In un certo senso devo proprio ringraziare questa paradossale situazione per avermi dato questo spunto, costringendomi a vedere con gli occhi del domani anche quello che stava succedendo in quel preciso momento del 2020. Questa proiezione in avanti mi ha così costretto a vedere tutta la narrazione come se fatta da un futuro non lontanissimo ma nemmeno prossimo, comunque dal futuro. Già ad inizio lockdown, infatti, mi proiettavo qualche mese in avanti nello stesso anno, prevedendo già che l’estate prossima a venire, sarebbe stata un’estate tutto sommato tranquilla, cosa che poi peraltro, in effetti avvenne. Ma se questo espediente mi permise di dare il “LA” a questa avventura, si trasformò sin da subito in una vera e propria gabbia, tanto stretta che ci vollero ben 5 anni per districare la complicatissima matassa che avevo intrecciato e permettermi di completare questa prima parte della storia di questi due personaggi che si intrecciano al volgere del millennio scorso incrociandosi agli angoli dei più oscuri misteri della nostra povera Patria.